A Milano, al Westin Palace Hotel, il 21 gennaio scorso, si è svolto l’incontro di formazione “Cultura finanziaria a scuola: come prepararsi a scegliere”, organizzato dall’Osservatoio permanente Giovani-Editori di Firenze per il progetto ”Il Quotidiano in classe”. L’ I.I.S. Arimondi Eula vi ha partecipato con una rappresentanza di docenti di diritto ed economia di Racconigi.
Apre la convention il Presidente dell’Osservatorio Andrea Ceccherini sottolineando che la mission di questi incontri è di “aiutare i giovani di oggi a diventare cittadini di domani, sviluppando anche grazie alla lettura critica di più quotidiani a confronto, quello spirito critico che rende l’uomo libero” da condizionamenti esterni; finalità questa che ha visto fino ad oggi una partecipazione di circa 50.000 insegnanti e più di 2 milioni di studenti. L’importanza di questi incontri viene evidenziata soprattutto da un dato, cioè l’indice di cultura economica – finanziaria (che va da 0 a 10, con sufficienza 5), il quale è in Germania 5,1 mentre l’Italia si attesta a 3,5, ponendola all’ultimo posto tra i Paesi economicamente più avanzati.
Ma quali sono le difficoltà per migliorare questo indice? Il Direttore di Intesa San Paolo, Dottor Morelli, risponde a ciò ponendo per gli insegnanti tre obiettivi: innanzitutto occorre gestire il flusso di informazioni che negli ultimi anni è aumentato in modo esponenziale (l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica è così cresciuto che occorre aiutare i giovani a trattare questi concetti); in secondo luogo occorre fornire degli strumenti corretti per far sì che i giovani possano formarsi un’opinione la più esatta possibile ed in terzo luogo bisogna far crescere il livello di coinvolgimento dei ragazzi in guisa tale che riescano ad elaborare un loro approccio personale.
Nella seconda parte dell’incontro due editorialisti del Corriere della Sera hanno trattato delle cause della crisi economica attuale. Il Prof. Giavazzi, partendo dal 2007, anno di inizio della crisi che ha avuto i suoi primi effetti nell’anno successivo, ha evidenziato che lo strumento americano dei sub-prime ha comportato un uso eccessivo di mutui facili (nelle amministrazioni Bush e Clinton) che ha avuto come riflesso un aumento spropositato dei prezzi delle case (primo motivo di prestiti a lunga scadenza), quindi ha portato ad una bolla speculativa sugli immobili ad uso abitativo.
Cos’è che non ha funzionato? La prima cosa è l’eccesso di debiti pubblici che ha portato ad una bolla finanziaria (per poter allocare questi titoli occorre offrire degli alti interessi e lo spread Bond/bund è oggigiorno in auge) ed in secondo luogo l’illusione che il rischio finanziario non possa essere diversificato, cioè deve essere sopportato dal pubblico dei risparmiatori con possibili grandi perdite economiche.
Il Dottor Brigantini ha voluto apportare due altri motivi della crisi economica attuale e cioè che si è avuto un maggior indebitamento perché si è aumentato di molto il tenore di vita (con conseguenze sull’aumento delle disuguaglianze ricchi-poveri nei Paesi più avanzati); inoltre vi è stato un aumento degli squilibri del commercio mondiale, dovuto ad una crescita continua delle importazioni rispetto alle esportazioni, anche per effetto della globalizzazione. Se si pensa che l’aumento di un dollaro di reddito è andato per 58 cents all’1% della popolazione più ricca degli USA, ciò non può che comportare un aumento delle disuguaglianze (si pensi all’effetto del popolo degli “indignados” in tutto il mondo)
Quali possono essere le vie d’uscita? L’introduzione di un modello etico nell’economia che non permetta grandi speculazioni e disparità deve essere condotto in due direzioni. In primo luogo, occorre continuare il flusso di credito al sistema produttivo (Banca Intesa, nel sistema Italia, ha concesso credito per 480 miliardi, pari ad un terzo del prodotto lordo) e ciò porterà ad un aumento degli investimenti produttivi e quindi al mondo lavorativo; in secondo luogo, nel sistema Europa, occorre una politica economica comune gestita dalle varie istituzioni (sicuramente con Draghi alla Banca Centrale Europea siamo in buone mani).
Luca Persico - Docente di diritto ed economia-IIS Arimondi Eula di Racconigi