lunedì 25 luglio 2011

Scambi Giovanili Lions - Estate 2011


Grazie agli Scambi Giovanili – Lions durante l’estate appena scorsa (2011) ho avuto la fortuna di andare 3 settimane nel sud della Norvegia dapprima ospitato in una famiglia locale, i Fauerskov Soós, e poi in una scuola dove ho incontrato e ho convissuto con altri 28 ragazzi da tutto il mondo. Il 9 luglio è stato il giorno della mia partenza; durante tutto il viaggio provavo ad immaginare la famiglia, i luoghi, le usanze e le tradizioni; arrivato in aeroporto si respirava già un'altra aria, più fresca. All'uscita mi attendevano il papà Stefan, la mamma Helle, le tre figlie Michelle, Mathilde e Marielle e il figlio più piccolo Mathiasz; alla vista del cartello con su scritto "Lions" mi sono sussurrato le ultime parole in italiano: “inizia l’avventura!”. Sin da subito mi sono sentito in famiglia anche se la timidezza aveva la sua parte..non è stato semplice essere catapultati in mezzo a facce nuove e dover parlare solo in inglese. Un doppio sforzo di comprensione che secondo me riassume ad hoc il significato del mio viaggio: due culture, due tradizioni, due nazioni diverse che si sforzano per entrare in armonia e convivere insieme scambiandosi idee e modi di vivere; questo è vivere in un multicultural world, vivere davvero come cittadini cosmopoliti. Non a caso il motto degli Scambi Giovanili è “creare e promuovere uno spirito di comprensione tra i popoli del mondo”..chi pensa che i Lions siano un tour operetor si sbagliano! Non è stato un viaggio turistico, il loro obiettivo è molto ambizioso e credetemi se vi dico che esperienze del genere ti cambiano davvero dentro.
Durante il mio primo spostamento in “terra nuova” sono rimasto estasiato dalle immense praterie e foreste che dominavano la zona..la Norvegia si è presentata ai miei occhi come uno mondo unico e inimitabile, che ha saputo unire tradizioni, innovazione, salvaguardia della natura e sviluppo sociale e culturale in un connubio fantastico. La cosa che mi ha colpito di più dei norvegesi è la loro mentalità così aperta: la famiglia mi ha accolto davvero come "quinto figlio", facendomi conoscere amici e parenti, portandomi a visitare alcune località famose ma soprattutto insegnandomi come si fa ad un bimbo piccolo a godere del paesaggio e della natura che mi circondava, lontano anni luce da quella che è l’orribile cementificazione che si vede nelle nostre città salvo rarissimi luoghi; e tutto questo senza nulla togliere ad una grandissima organizzazione e ad alto sviluppo urbano e tecnologico! Ho imparato ad ampliare i miei orizzonti e ad accogliere senza alcun pregiudizio tutte le piccole cose che si possono ricevere da un incontro interculturale che è prima di tutto un incontro con altri uomini come noi, orgogliosi della loro patria e pronti a raccontare storie di popoli e di tradizioni interessantissime, talvolta buffe, ma tutte da imparare.
Le due settimane al campo sono state indimenticabili e mi hanno permesso di conoscere culture davvero diverse dalla mia, di stringere rapporti di amicizia molto profondi che non credevo possibili in un tempo così breve con ragazzi e ragazze provenienti da Finlandia, Polonia, Svizzera, Germania, Francia, India, Israele, Turchia, Georgia, Inghilterra, Minnesota (USA), Belgio, Ucraina e Paesi Bassi e di migliorare notevolmente la scioltezza nell’inglese parlato. Un ringraziamento per questo “viaggio di vita” va ai Lions International, ai Lions norvegesi, a Helle e Stefan Soos, a Simone Roba, coordinatore multi distrettuale degli scambi per l’Italia, a Maria Martino, coordinatrice degli scambi in Norvegia, ma soprattutto alla mia professoressa di inglese Beatrice Germanetto, che ha messo me e altre due mie compagne di classe, Giorgia Di Blasio e Martina Peretti, che sono partite rispettivamente con destinazione Ungheria e Turchia, a conoscenza di questa bellissima opportunità che spero con tutto il cuore di poter ripetere! Un consiglio? Viaggiate e girate il mondo: è l’unico modo per accorgersi che non si è soli, che non si può vivere solo in funzione di se stessi e che certe idee antimulticulturalismo non hanno ragion di esister se non nella mente di chi non ha ancora capito quale grande ricchezza si può ricevere, anzi scambiare, nell’incontro con l’altro. Come dice Marcel Proust “il vero viaggio non consiste soltanto nell’attraversare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”.